Afte e Fitoterapia

Afte e Fitoterapia

Le afte possono essere trattate in fitoterapia e sono una lesione dolorosa all’interno della cavità orale causata da una rottura della mucosa, che assume il termine di stomatite aftosa quando la ferita è multipla o cronica. Le afte spesso iniziano con una sensazione di bruciore o pizzicore in bocca e dopo qualche giorno, generalmente si sviluppa un’area rossa o una bolla, che precede un’ulcera. Essa appare come una lesione della mucosa di forma ovale e colore bianco-giallastro, circondata da un anello rosso e infiammato e causa un dolore molto forte. Le cause dell’afte o della stomatite aftosa sono da ricercare sono: disordine della flora batterica intestinale, problemi del sistema immunitario, cambiamenti ormonali, allergie a determinati cibi, alterazioni nutrizionali, acidificazione salivare, deficit vitaminico e tensioni emozionali. Si osserva correlazione con le afte e malattie più impegnative del digerente e del sistema immunitario, motivo per il quale una diagnostica medica è sempre necessaria per escludere questa ipotesi.

La cura convenzionale delle afte si avvale di collutori,  dentifrici e soluzioni per toccature ma la fitoterapia nelle cura delle afte può essere d’ausilio anche via sistemica. I rimedi più impiegati sono:

Aloe (Aloe vera), pianta molto conosciuta e dalle consolidate attività benefiche, nel caso delle afte in fitoterapia si impiega il gel contenuto nelle foglie carnose e favorisce la cicatrizzazione e la riepitelizzazione nonché esercita se applicata localmente come collutorio un pellicola protettiva sull’afta in modo da ridurne la sensazione  dolorosa. La sua attività più conosciuta resta quella di antitumorale e immunomodulante.

Ecninacea (Echinacea purpurea) è un immunomodulante  rafforzando le difese naturali dell’organismo, diminuendo la propagazione dei patogeni nell’organismo aumentando la fagocitosi. Molto attiva nei confronti di diversi patogeni. Vanta una buona azione antivirale, proteggendo le cellule sane dai virus.

Afte e fitoterapia

Afte e fitoterapia

Astragalo (Astragalus membranaceus), è un adattogeno che stimola le difese immunitarie proteggendo l’organismo dall’attacco di infezioni e sostanze citotossiche, impiegato da secoli in Cina per “rafforzare l’energia vitale”.

Uncaria (Uncaria tomentosa), stimola le difese immunitarie e protegge dall’attività citotossica; impiegata da tempo nelle febbri di origine virale.

Rosa canina, soprattutto gemme in MG (macerato glicerico) è apprezzata per il suo contenuto in acido ascorbico (vit.C) è di valido ausilio nelle forme influenzali e contro l’affaticamento durante la convalescenza.

Rame gluconato, è uno degli oligoelementi essenziali ed è un catalizzatore enzimatico, favorisce la detossicazione delle cellule e mantiene il corretto funzionamento del sistema immunitario. Antinfettivo.

Tea tree oil (Melaleuca alternifolia)

Calendula (Calendula officinalis), pianta molto apprezzata per le sue virtù soprattutto nelle problematiche infiammatorie della pelle e delle mucose. I suoi flavonoidi esercitano un’azione emolliente, lenitiva e riepilizzante; l’olio essenziale dei fiori è un antimicobico, antivirale, antifunginio. La Calendula viene impiegata per toccature locali.

Epilobio (Epilobium angustifolium), questa panta montana italiana contiene flavonoidi, terpeni e tannini, svolge dunque localmente , un’azione prevalentemente astringente, lenitiva e antinfiammatoria, molto utile per dare sollievo in caso di afte.

Mirra (Commiphora molmol), questa pianta africana molto conosciuta nella storia, vanta un’azione, antinfiammatoria, analgesica e soprattutto disinfettante; prevalentemente impiegata per uso esterno. La sua droga è una resina.

Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides), pianta originaria del Nord Europa, contiene prevalentemente acidi grassi insaturi e un buon contenuto di vit.C, previene le infezioni batteriche e gli vengono riconosciute ottime proprietà antinfiammatorie, astringenti, riepitailizzanti e cicatrizzanti

Una tecnica per aumentare la risposta terapeutica al trattamento fitoterapico delle afte buccali è la nutrizione clinica. La saliva iperacida oltre a favorire cattiva digestione costituisce un bolo alimentare eccessivamente aggressivo durante tutti i passaggi successivi nel digerente. La saliva iperacida oltre a dipendere da fattori emozionali è la conseguenza di un’alimentazione non equilibrata tra alimenti acidificanti e basificanti. La diagnostica bioimpedenziometrica in connessione con un portale per l’elaborazione dei dati è in grado di elaborare la curva acido base nelle ventiquattro ore del soggetto esaminato. La correzione della sequenza nutrizionale seguita dal paziente che soffre di afte buccali o stomatite aftosa secondo il parametro verificato strumentalmente ovvero il PRAL 24 ore (Potential Renal Acid Load), permette di ottenere nutrizionalmente un bolo alimentare più digeribile e di proteggere pertanto in modo significativo tutte le mucose anche con l’aiuto di integratori dallìattività basificanti della matrice.

La somministrazione di fitoterapici esige competenza ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. L’automedicazione è certamente poco raccomandabile. I trattamenti in fitoterapia non si contrappongono né sostituiscono le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la fitoterapia stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Fitoterapia a Roma