EDTA – Prodotti chimici – Fitoterapia

EDTA – Prodotti chimici – Fitoterapia

EDTA

EDTA

Il tetrasodium o disodium – EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) è un composto in grado di legare ioni metallici inglobandoli nella sua struttura attraverso un legame molto stabile. Dunque la sua attività primaria è quella di chelante. La stabilità di questi complessi rende l’ EDTA il reagente più diffuso per la misurazione della concentrazione di molti cationi come ad esempio nelle analisi svolte per la misurazione della durezza dell’acqua. Questa sua proprietà è sfruttata in molti ambiti: nei processi industriali, in prodotti cosmetici come i detergenti, nei detersivi e negli alimenti; l’ EDTA  viene utilizzato come additivo per la prevenzione di processi di ossidazione catalizzati dai metalli.
Le grandi quantità di EDTA utilizzati industrialmente e la sua bassa biodegradabilità, determinano un accumulo dei complessi EDTA-metallo nelle acque di scarico,dove infatti se ne trovano alti livelli e difficilmente rimovibili con la depurazione convenzionale in quanto gli impianti di trattamento delle acque reflue non sono in grado di eliminarli. Un esempio di questo problema si ritrova in una analisi condotta nella baia di San Francisco dove la maggior parte del nichel ed una frazione significativa di ferro, piombo, rame, zinco, si trovano in forma di complessi con EDTA.

L’EDTA non è direttamente dannoso per l’uomo, mentre lo è per la fauna marina e di conseguenza è indirettamente dannoso anche per l’uomo. Prima di tutto l’ EDTA è una molecola scarsamente biodegradabile, per questo bisognerebbe metterlo nell’elenco degli ingredienti da evitare;  poi bisogna considerare che a  seguito dello scarico in mare raggiunge i fondali marini dove smobilita i metalli pesanti (mercurio, piombo, arsenico) rendendoli disponibili per i pesci, che cibandosene ne  provocano  l’intossicazione. Di conseguenza l’inevitabile avvelenamento di tutta la catena alimentare in quanto i pesci accumulano i metalli nei loro tessuti (soprattutto nel caso di pesci carnivori e longevi tipo il  tonno) e l’essere umano se ne ciba quotidianamente.
Esistono diversi studi sulla sicurezza di questa molecola. Associazioni come WWF e Greenpeace da tempo esprimono le loro perplessità sull’utilizzo dell’ EDTA. Non da meno bisogna considerare che l’ EDTA si ottiene dalla sintesi  che parte da molecole di per se tossiche come etilendiammina, formaldeide e cianuro di sodio.

In chimica analitica è l’agente chelante più utilizzato per la misurazione della concentrazione di ioni metallici. E infatti può essere usato come agente addolcente delle acque perché sequestrante selettivo di metalli. Nelle analisi di laboratorio è usato come anticoagulante nelle provette utilizzate per i prelievi di sangue come sequestrante dello ione calcio coinvolto nel processo di coagulazione. In farmacologia è usato come antidoto per le intossicazioni da metalli pesanti come ad esempio quelle da piombo. In odontoiatria le proprietà chelanti dell’EDTA sono utili nei lavaggi durante le cure canalari e ottenere una buona detersione. In cosmetica si ritrova in moltissime formulazioni dove viene impiegato come sequestrante o antiossidante; questo fondamentalmente per due scopi, ovvero quello di intrappolare i metalli, soprattutto il ferro,  liberati durante il processo di lavorazione di creme a livello industriale per contatto con ingranaggi, tubature e contenitori che altrimenti potrebbero indurre all’irrancidimento del prodotto finito, in questo caso si comporterebbe da antiossidante. Oppure anche nella lavorazione e produzione di detergenti dove si comporta da antiossidante relativamente a queste contaminazioni; inoltre ha il ruolo di contrastare la durezza dell’acqua che impedisce la buona resa dei tensioattivi nella formulazione perché gli ioni magnesio e calcio legati a ioni metallici formano composti insolubili quindi il detergente diminuisce il suo potere lavante. Ad occhio nudo queste formazioni appaiono come una patina bianca nel detergente stesso. L’EDTA è in grado di legarsi a ioni di calcio, magnesio, rame, zinco e molti altri. Inoltre l’EDTA viene impiegato perchè è un ottimo coadiuvante del sistema conservante abbattendo la carica microbica. Vanta inoltre il fatto di costare poco ed espletare da solo a tutte queste funzioni efficacemente, funzioni ottenibili con una miscela di varie sostanze più naturali e meno inquinanti ma più costose.

L’EDTA è scarsamente assorbito nel tratto gastrointestinale, viene assorbito nel tratto rettale. Solamente il 5-15% entra nel sistema cardiovascolare dove può chelare e rimuovere le tossine dal sangue. Il calcio-disodio EDTA (CaNa-EDTA) da non confondere col disodio EDTA, è l’unica forma di EDTA approvata dalla FDA come trattamento medico per la chelazione del piombo, mentre il disodio-EDTA è utilizzato in caso di ipercalcemia, per la capacità chelante verso il calcio, detto ciò svolge una modesta attività chetante nel sangue perché si lega prima al calcio, per maggiore affinità e poi ai metalli pesanti invece il calcio-disodio-EDTA è più affine a mercurio, piombo, zinco, altri metalli pesanti e per ultimo al calcio.

In pratica resta dunque un sequestrante metalli che però poi vengono rilasciati nell’acqua; se pensiamo che i residui dei cosmetici vanno a finire nell’acqua di scarico, questo determina un aumento dei metalli pesanti presenti nel mare con conseguente intossicazione di tutta la fauna marina ripercuotendosi sull’uomo nel consumo di pesce come alimento, infatti resta noto e preoccupante il livello di mercurio presente nel pesce, soprattutto nei pesci più grandi e più longevi e da qui l’esigenza di valutare l’impiego di EDTA su così larga scala facendo un uso consapevole dei prodotti che lo contengono.

La terapia, la cosmesi, l’igiene, la produzione del cibo e l’ambiente sono letteralmente invasi da prodotti chimici. La massiccia presenza di questi prodotti chimici è connessa a effetti collaterali e danni da conoscere per poter attuare strategie tese a ridurre il loro impatto sulla salute. Conoscere i prodotti chimici consente ai consumatori di minimizzare quando e se possibile il loro impatto sulla salute e sul benessere della persona e dell’ambiente. La qualità di vita dipende ogni giorno di più dalla capacità culturale del singolo soggetto per riconoscere in che modo egli è esposto alla chimica, soprattutto quella dannosa, consentendogli un minimo di autodifesa. Gli alimenti, le terapie, i prodotti per l’igiene e i cosmetici possono essere scelti dal consumatore o paziente con l’obiettivo primario di ridurre carichi impropri dannosi alla salute e di vivere in una corretta relazione con gli altri.